SOMMARIO
Il diritto d’autore ha lo scopo di tutelare i contenuti elaborati da un autore, ovvero qualsiasi opera dell’ingegno, sia essa letteraria, artistica, musicale o cinematografica alla quale venga riconosciuto carattere di creatività, originalità e novità. Sono inclusi nella tutela i programmi informatici e le banche dati. La normativa sul diritto d’autore cambia in base al Paese in cui viene prodotta l’opera, ma è nella sostanza regolamentata dalla Convenzione di Berna per la protezione delle opere letterarie e artistiche che stabilisce il riconoscimento reciproco del diritto d’autore tra le nazioni aderenti. Mentre il diritto d’autore è definito come un diritto della persona, regolamenta i suoi diritti morali e patrimoniali, e riguarda il creatore piuttosto che la cosa creata, il Copyright è essenzialmente il diritto di riproduzione e quindi di sfruttamento economico, e riguarda perciò aspetti puramente economici.
La regolamentazione dei diritti di riproduzione si basa ancora oggi sui principi della Legge Ronchey (1993) e la sua successiva evoluzione; per la prima volta infatti veniva introdotto e disciplinato l’intervento dei privati nella valorizzazione del patrimonio culturale riservato all’offerta di ‘servizi aggiuntivi’ destinati al pubblico negli istituti e nei luoghi di cultura. È a seguito di questo intervento legislativo che venne adottato un tariffario in cui furono determinati canoni e corrispettivi per le varie tipologie di uso e riproduzione dell'immagine. Per ulteriori approfondimenti sulla principale giurisprudenza in materia di diritto d’autore, si veda la Normativa italiana; la Normativa comunitaria; la Normativa internazionale messa a disposizione dalla SIAE.
I contenuti di terze parti sono quei contenuti la cui autorialità e il copyright appartengono a terzi e non all’autore dell’opera. I più tipici contenuti di terze parti sono apparati non testuali come: immagini, illustrazioni, fotografie, tabelle, grafici, audio, video, immagini cinematografiche, screenshot, notazioni musicali… Sono compresi anche contenuti testuali di altri autori o dell’autore stesso (ad esempio riproduzioni di articoli, saggi, capitoli già editi in altra sede). L’utilizzo di contenuti di terze parti è ammesso in un volume ad accesso aperto senza esplicita liberatoria a condizione che l’autore sia in grado di assicurare i termini necessari affinché il materiale sia pubblicato ad accesso aperto e fornisca una didascalia che riconosca chiaramente la fonte e la licenza d’uso del materiale utilizzato (ipotesi da verificare scrupolosamente). Nello specifico, si consideri che le pubblicazioni FUP avvengono in formato cartaceo e digitale, sia in “accesso controllato” (commerciale), che in “accesso aperto” in armonia e collaborazione con le politiche dell’Ateneo. Per ulteriori approfondimenti si veda Accesso aperto, copyright e licenze e Regolamento.
Nel caso in cui il testo sia corredato di apparati testuali o non testuali di proprietà di terza parti, è responsabilità dell’autore rintracciare coloro (istituzioni o privati) che ne detengono il copyright, corrispondere eventuali pagamenti per il diritto di riproduzione e fornire all’Editore copia delle liberatorie concesse.
Nel contratto di edizione è già sottoscritto che l’opera consegnata è libera da diritti delle terze parti e l’autore sotto la propria responsabilità garantisce all’Editore la piena originalità e disponibilità del testo e degli altri contenuti, e si impegna a mallevare l’Editore da ogni rivendicazione da parte di terzi. La produzione delle liberatorie è quindi un atto propedeutico sia al perfezionamento del contratto editoriale sia all’inizio delle operazioni di revisione redazionale, di impaginazione e di allestimento grafico.
Rintracciare i detentori del copyright e ottenere le necessarie autorizzazioni può essere una operazione lunga e complessa: si consiglia pertanto di iniziare il procedimento in anticipo per evitare impedimenti che potrebbero ritardare la pubblicazione.
La maggior parte delle immagini è reperibile in rete (anche se quasi sempre in formati a bassa risoluzione e quindi di scarsa qualità) e si crede erroneamente che sia possibile scaricarle ed utilizzarle senza esplicita autorizzazione. È invece sempre necessario risalire alla fonte e, nel caso in cui non sia possibile ottenere il diritto di riproduzione o risultasse troppo oneroso, espungere l’immagine prescelta.
Le immagini di pubblico dominio sono immagini i cui termini per lo sfruttamento economico sono scaduti e/o non hanno un proprietario del copyright. In Italia i termini scadono generalmente dopo 70 anni dalla morte dell'autore per le immagini e le fotografie artistiche e 20 anni per le fotografie non artistiche. Ad altri paesi potrebbe corrispondere una tempistica diversa.
Nella maggiorparte dei casi i termini per lo sfruttamento economico non hanno scadenza, nonostante siano trascorsi più di 70 anni dalla morte dell’autore poiché subentrano i diritti dei proprietari dell’opera (ad esempio, i musei) ai quali richidere il permesso di riproduzione, operazione che quasi sempre comporta un corrispettivo economico. Solo nel caso in cui non vi sia un proprietario del copyright, tali immagini possono essere utilizzate liberamente da chiunque, per qualsiasi scopo senza corrispondere compensi per il diritto di autore o chiedere autorizzazioni. Alcuni musei, biblioteche ed archivi rendono disponibili immagini di pubblico dominio per le pubblicazioni accademiche, anche se gli usi consentiti e le eventuali restrizioni possono variare.
Le immagini con licenza Creative Commons sono immagini sottoposte a permessi che regolamentano l’uso dell’opera che il titolare dei diritti d’autore concede ad una generalità di soggetti indefiniti e a determinate condizioni. Qui di seguito un compendio dei sei tipi di licenze previste declinate secondo il Commons Deed (ovvero i simboli riassuntivi):
CC-BY
Attribuzione > Permette di distribuire, modificare, anche a scopi commerciali, a condizione di riconoscere una menzione di paternità adeguata, fornire un link alla licenza e indicare se sono state effettuate delle modifiche.
CC BY-NC
Attribuzione – Non Commerciale > Permette di distribuire, modificare a scopi non commerciali, a condizione di riconoscere una menzione di paternità adeguata, fornire un link alla licenza e indicare se sono state effettuate delle modifiche.
CC BY-ND
Attribuzione – Non Opere Derivate > Permette di distribuire senza alcuna modifica, anche a scopi commerciali, a condizione di riconoscere una menzione di paternità adeguata, fornire un link alla licenza.
CC BY-SA
Attribuzione – Condividi allo Stesso Modo > Permette di distribuire, modificare, anche a scopi commerciali, a condizione di ricoscere una menzione di paternità adeguata, fornire un link alla licenza e indicare se sono state effettuate delle modifiche; e che al nuovo contenuto venga attribuita la stessa licenza dell’originale.
CC BY-NC-SA
Attribuzione – Non Commerciale – Condividi allo Stesso Modo > Permette di distribuire, modificare a scopi non commerciali, a condizione di riconoscere una menzione di paternità adeguata, fornire un link alla licenza e indicare se sono state effettuate delle modifiche; e che al nuovo contenuto venga attribuita la stessa licenza dell’originale.
CC BY-NC-ND
Attribuzione – Non Commerciale – Non Opere Derivate > Permette di scaricare e condividere i contenuti originali a condizione di riconoscere una menzione di paternità adeguata e di non modificare né utilizzare a scopi commerciali.
Wikimedia Commons o Flickr Commons sono tra gli archivi digitali più visitati ed hanno una vasta collezione di immagini erroneamente ritenute liberamente utilizzabili, ma si consideri che la singola immagine potrebbe essere coperta da eventuali restrizioni (ad esempio, le licenze d’uso potrebbero variare tra paesi). L’autore può decidere di concedere alcune libertà ai fruitori della sua opera, a patto che vengano rispettate alcune condizioni. Si consideri inoltre che le informazioni sul copyright sono fornite dalla persona che carica l’immagine sul portale, pertanto è sempre necessario verificarne l’esattezza. Sarà necessario verificare accuratamente la licenza d’uso anche qualora i risultati di ricerca siano stati filtrati spuntando l’opzione ‘Licenze Creative Commons’ degli Strumenti di ricerca > Diritto d’utilizzo di Google Immagini.
Ci sono molte agenzie di microstock intermediarie nella vendita di immagini. Si tratta di siti che dispongono di sofisticate funzionalità di ricerca, un ampio assortimento e forniscono immagini ad alta qualità. I costi di licenza variano notevolmente a seconda delle modalità, del formato, delle condizioni di accesso, dei paesi di diffusione, della collocazione (interni/ copertina), delle dimensioni. Il costo della licenza quindi non è sempre disponibile automaticamente, ma solo dopo avere selezionato le opzioni appropriate.
Le immagini autoprodotte sono immagini la cui paternità appartiene all’autore (ad esempio una fotografia scattata dall’autore stesso) e sono di norma liberamente utilizzabili. La fotografia di un’opera d’arte, ancorché scattata con mezzi propri, rientra nelle stesse limitazioni della riproduzione di un’opera d’arte originale. Perciò, essere in possesso di una fotografia ritraente un’opera d’arte non ne fa detenere alcun diritto di utilizzo e occorre chiedere le necessarie autorizzazioni all’ente che detiene i diritti dell’opera.
Non sempre è possibile modificare o rielaborare una immagine protetta da copyright o da alcune licenze CC per produrre una nuova immagine ‘autoprodotta’. Occorre verificare se la licenza collegata ad essa consente questa operazione.
Le immagini coperte da copyright rientrano nella definizione di opera d’ingegno, ovvero quelle alle quali viene riconosciuto carattere di creatività, originalità e novità. Va da sé che non è facile operare una distinzione tra immagine creativa (ad esempio ritratti fotografici d’autore o le riproduzioni di quadri e sculture) e immagine semplice (ad esempio la fotografia amatoriale di un giardino), dunque di fatto non esiste una legge che stabilisca dei criteri netti di valutazione.
Nel caso in cui si voglia utilizzare un’immagine coperta da copyright, occore risalire alla fonte, fare formale richiesta ed ottenere un ufficiale permesso di riproduzione: la liberatoria.
La liberatoria è un documento concesso dal detentore dei diritti che autorizza esplicitamente la pubblicazione di un’immagine a titolo gratuito o a seguito del pagamento dei costi di riproduzione. Ad esempio, per la riproduzione di opere d’arte bisognerà contattare l’ente – tipicamente l’Ufficio Immagini e Diritti – e richiedere informazioni sulla procedura da seguire. La maggior parte delle istituzioni dispone di una liberatoria predisposta a quest’uso (ad esempio il Museo di Roma) ma si fornisce un modello che raccoglie le più usuali informazioni richieste. Si specifichi sempre se l’immagine andrà riprodotta negli interni della pubblicazione o in copertina (o in entrambi), perché nella maggior parte dei casi la differenza comporta un diverso trattamento (e, nel caso di riproduzione in copertina, quasi sempre un costo più elevato). Generalmente è possibile ricavare i dati identificativi dell’opera che si intende riprodurre dalla scheda reperibile negli archivi digitali online del luogo di conservazione; in questo modo si facilita il lavoro degli addetti al rilascio della liberatoria, garantendo fluidità al processo di pubblicazione. Si veda, ad esempio la descrizione e la catalogazione della Nascita di Venere sul sito degli Uffizi; oppure il link al manoscritto digitalizzato Vat.lat.3225 della Biblioteca Vaticana, che consente di sfogliare il documento al fine di indicare precisamente il numero di carta che si intende riprodurre (ad esempio, XVIIr); o ancora l’immagine del PSI XI 1221 disponibile sul sito dei Papiri della Società Italiana che dispone di una pagina dedicata alla policy di Autorizzazioni e diritti. Ad avvenuta pubblicazione, è spesso richiesto l’invio di una copia cartacea all’ente che ha concesso la riproduzione dell’immagine.
La didascalia è un breve commento illustrativo che, posto sotto una tavola, un documento, una figura, una tabella, una fotografia, ecc… assolve due scopi: ne descrive esattamente il contenuto e ne delinea la licenza d’uso. Va da sé che per ogni tipologia di contenuto bisognerà quindi citare correttamente la fonte e specificare se il contenuto è libero da diritti o coperto da copyright. Quasi sempre lo stesso soggetto che concede la liberatoria fornisce anche la corretta didascalia da inserire per rendere palese l’attribuzione del diritto d’autore.
Per ogni approfondimento, si rimanda al paragrafo 3.7 e relativi sottoparagrafi della Guida per gli Autori FUP.