Il volume propone un ritratto di Leningrado degli anni Sessanta, della sua vita culturale nell'Unione Sovietica, in quegli anni attraversata da una forte speranza di cambiamento. Leningrado, oggi San Pietroburgo, è erede e testimone della parabola della 'speranza sovietica' di un mutamento autentico, del suo evolversi e inevitabile esaurirsi. Stefania Pavan, attraverso l'analisi dei versi di Iosif Brodskij, disegna il percorso che ha condotto l'intelligencija di Leningrado nel 'disvelare' le proprie istanze, nel dare forma alla coscienza intellettuale della Città, e che l'ha vista costretta ad adottare successivamente la via inversa, a 'celare' in uno spazio semivisibile e tramite infinite modalità del 'samizdat', i valori, i nomi e le immagini della speranza del cambiamento. Con l'analisi delle particolarità linguistiche di La feccia, uno dei racconti 'classici' di Boris Ivanov, Simonetta Signorini propone una micro-storia della lingua russa negli anni Sessanta, alla quale lo studio di Ljudmila Zubova condotto sui versi di Viktor Sosnora dà un utile contributo. Il saggio di Irina Dvizova mette in evidenza un aspetto della cultura di Leningrado che è da considerare molto attuale sia come argomento che come metodo di lettura della storia letteraria: il rapporto fra la città e il Museo Dostoevskij.
University of Florence, Italy
Titolo del libro
Gli anni Sessanta a Leningrado
Sottotitolo del libro
Luci e ombre di una Belle Époque
Curatori
Stefania Pavan
Opera sottoposta a peer review
Anno di pubblicazione
2009
Copyright
© 2009 Author(s)
Licenza d'uso
Licenza dei metadati
Editore
Firenze University Press
eISBN (pdf)
978-88-8453-961-8
eISBN (xml)
978-88-9273-756-3
Collana
Biblioteca di Studi di Filologia Moderna
e-ISSN della collana
2420-8361