Nei secoli centrali dell’Età Moderna il latino fu la lingua ufficiale della Chiesa di Roma, ma dall’analisi di bolle, editti e decreti emerge come il volgare fosse preferito quale lingua veicolare. Pur osteggiando la dottrina luterana, favorevole all’uso del volgare sia nelle Scritture sia nella liturgia, e riservando la conoscenza dei misteri della fede ai soli in grado di comprendere il latino, vescovi e inquisitori della Penisola utilizzarono proprio la lingua volgare per trasmettere bolle pontificie e decreti conciliari. Su quali temi era necessario farsi comprendere? Vi era fedeltà agli originali o si sfruttavano i margini di interpetazione per arginare la stretta repressiva imposta dal papato post-tridentino?
- ORCID: 0000-0002-1197-4981
Titolo del libro
Le lingue della Chiesa
Sottotitolo del libro
Latino e volgare nella normativa ecclesiastica in Italia tra Cinque e Seicento
Autori
Silvia Manzi
Opera sottoposta a peer review
Numero di pagine
158
Anno di pubblicazione
2018
Copyright
© 2018 Author(s)
Licenza d'uso
Licenza dei metadati
Editore
Firenze University Press
DOI
10.36253/978-88-6453-886-0
ISBN Print
978-88-6453-885-3
eISBN (pdf)
978-88-6453-886-0
eISBN (xml)
978-88-9273-030-4
Collana
Premio Istituto Sangalli per la storia religiosa
ISSN della collana
2704-5749
e-ISSN della collana
2612-8071