La società sovietica è sempre stata caratterizzata da un forte istituto censorio che di fronte al potere della parola scritta ha messo in opera una serie di istituzioni altamente repressive. Ma la censura non necessariamente esercita il suo potere attraverso forme coercitive; ci sono modalità di intervento che si espletano attraverso una complessa rete di istituzioni culturali, in grado di "produrre" la società, espungendo pensieri ed atteggiamenti pericolosi per il sistema ed organizzando al contempo una serie di organismi destinati a forgiare comportamenti e mentalità ortodossi, tanto da rendere spesso quasi inutile la funzione del censore esterno, sostituito dal "censore dell'anima". Il libro qui presentato cerca di evidenziare questo secondo aspetto della censura, senza tuttavia trascurare la grande macchina repressiva messa in atto dal potere sovietico.
Rassegna stampa:
Il Giornale, L'INTERVISTA - MARIA ZALAMBANI: «Così Breznev censurò persino Sartre» a cura di Giuseppe Ghini, 19/04/2010
Slavic Review, vol. 70, no. 1 (Spring 2011)
Sfogliando la Russia, n. 8
Il Mestiere di Storico II, 2/2010
Slavonic and East European Review, vol. 89, n. 3
University of Bologna, Italy - ORCID: 0000-0001-9761-2510
Titolo del libro
Censura, istituzioni e politica letteraria in URSS (1964-1985)
Autori
Maria Zalambani
Opera sottoposta a peer review
Numero di pagine
284
Anno di pubblicazione
2009
Copyright
© 2009 Author(s)
Licenza d'uso
Licenza dei metadati
Editore
Firenze University Press
DOI
10.36253/978-88-6453-080-2
ISBN Print
978-88-6453-075-8
eISBN (pdf)
978-88-6453-080-2
eISBN (xml)
978-88-9273-729-7
Collana
Biblioteca di Studi Slavistici
ISSN della collana
2612-7687
e-ISSN della collana
2612-7679